Il Rifugio Tre Scarperi è uno dei pochi rifugi aperti in inverno che non si raggiunge in automobile, con gli impienti di risalita, o con slitte trainate da cavalli, ma solo ed esclusivamente con i piedi. L'auto viene lasciata nella parte bassa della Valle Campo di Dentro e si procede tranquillamente a piedi sulla strada bianca senza jeep o motoslitte che ti impuzzolentano l'aria, circa 300 m di dislivello e si apre la parte alta, pianeggiante e aperta della Valle Campo di Dentro: sulla sinistra il Rifugio Tre Scarperi dell'AVS.
Di gente che anche in inverno decide di camminare se ne incontra (quasi tutti con lo slittino al seguito), ma certo non c'è la ressa che si trova giù sulle piste da sci. Anche la neve è vera e morbida: non è quella ghiacciata sparata dai cannoni o portata con i camion e stesa con le ruspe in questo secco e caldo inverno 2006/2007.
Sara, 4 anni e qualche mese, passata la prima (e per noi faticosa) crisi, procede serena e felice, cammina, si ferma, saltella, si tuffa nella neve, torna a camminare senza particolare fatica fino al rifugio. Purtroppo la giornata non è molto bella: grigia, nuvolosa e lungo il cammino viene persino a nevicare. Solo per poco tempo però: troppo poco per le attese e le speranze delle popolazioni locali che su questo bianco dono del cielo hanno costruito l'industria che dà loro lavoro e benessere. Il rifugio è piuttosto pieno, ma con ordine: c'è posto per tutti e non c'è bisogno di fare sgomitate e soprattutto la gente che lo riempie parla di montagna. Mangiamo e poi ripartiamo, ma Sara e io facciamo tutto il ritorno con il bob che mi ero trascinato in salita: 4 km di pista, con anche qualche tornante, circa 300 m di dislivello, giù veloci fino al parcheggio. Occorrono buoni freni. I piedi sulla neve (che aiutano i freni di plastica del bob) fanno inbarcare neve nel nostro mezzo di discesa. Tutti gli altri scendevano in slitta ed effettivamente le sollecitazioni sono tali che ho temuto per la tenuta strutturale della concava plastica rossa che conteneva le nostre persone. Tutto bene: noi siamo incolumi, il bob è intero, Sara che stava davanti è tutta coperta di neve dalla testa ai piedi. Che giornata! A Sara è piaciuta tantissimo molto più di quelle successive in cui con gli sci ai piedi foraggerà le casse di una dei tanti asili della neve e dei connessi nolleggi. Quella discesa se la ricorderà sempre. Sara si asciuga e poi si addormenta in auto, io mi godo il crepuscolo finalmente sgombero dalle nuvole, mentre attendiamo mia moglie dalla sua tranquilla passeggiata di ritorno, senza figlia da tirare per una mano.
Oscar Testoni 09/01/2007
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