Il Monastero di Sabiona a Chiusa (BZ)
a cura di Oscar Testoni
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Il monastero di Sabiona e il Castello di Branzollo
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Chiusa
In una stretta della media Valle d'Isarco, a m. 516 sul livello del mare, a Nord dell'imbocco per la Val Gardena e a Sud di quello per la Val di Funes, tra il corso del fiume e i dirupi rocciosi dell'altura su cui sorge il Monastero di Sabiona, si trova la cittadina di Chiusa (Klausen), di origine romana, gi� menzionata intorno alla met� dell'XI secolo. Deriva il suo nome da una chiusa.
Importante centro economico e politico per tutto il Medioevo, fu prima sede dei vescovi (Sabiona), poi, una volta trasferitisi a Bressanone, ne divenne la principale dogana (Castello di Branzollo), ottenne lo status di citt� a prtire dal 1308 e fu sede di mercato: i traffici commerciali e l'attivit� delle miniere gli diedero sviluppo economico. E' suggestivo percorrerne a piedi il borgo che si sviluppa sulla strada principale, su cui si aprono case del XV e XVI secolo, con portali e sporti in legno. Del XV secolo sono anche la gotica parrocchiale e la chiesa dei SS. Apostoli.
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Castello Branzollo o
Torre del Capitano
La strada a ciotoli che in salita conduce dal borgo di Chiusa al Monastero di Sabiona, passa per il Castello di Branzollo (Burg Branzoll), che domina poco sopra il centro del borgo. Il castello di origine duecentesca � detto anche Torre del Capitano, perch� dal 1465 al 1671 fu sede del Burgravio del principe Vescovo. Il maniero svolgeva le funzioni di dogana. Oggi �, tranne il mastio, completamente rifatto, perch� � andato distrutto durante l'incendio del 1671.
Nella fotografia qui in alto si pu� vedere a destra il castello sotto alla cinta merlata inferiore del Monastero di Sabiona.
Nella foto a destra il Castello � ripreso da una piazza del borgo di Chiusa.
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Chiusa e il Castello Branzollo
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Il Monastero di Sabiona visto da Chiusa
Monastero di Sabiona - Entrata Chiesa
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Monastero di Sabiona
Il Monastero di Sabiona si trova su un'altura (m. 717) con alcuni versanti scoscesi sulla Valle d'Isarco che domina per un buon tratto. L'unico modo per accedervi � camminare a piedi per circa una mezz'ora su una strada a ciotoli che dal borgo di Chiusa sale sull'altura, passando a fianco anche del maniero Burg Branzoll.
A circa met� della salita ci si trova davanti a delle mura merlate che circondono tutto il complesso monastico, si entra per un varco contrallato da una massiccia torre e si continua per il restante percorso in salita a fianco della cinta di mura.
Si ha insomma l'impressione di avere a che fare pi� con un castello che con un monastero. Ed � in un certo senso un'impressione giusta, in quanto il monastero fu aperto nel 1685 all'interno di un castello, che vavea precedenmente svolto altre funzioni.
Luogo di culto gi� da tempi lontani, la presenza umana su questa altura � di origine antichissima: testimonianze archeologiche ci parlano di insediamenti preistorici dell'et� del bronzo, nel II secolo d.C ospitava un tempio romano dedicato a Iside. Dal VI al X secolo fu sede del Vescovo, che poi si trasfer� a Bressanone. Il castello dalla propriet� vescovile pass� a una dinastia nobiliare locale e nel 1685 su richiesta del parroco di Chiusa venne trasformato in monastero per ospitare monache benedettine. Le mura merlate e altri resti sono originari, mentre gli edifici claustrali sono della fine del XVII secolo e presentano caratteri del Barocco alpino.
Barocca � la Chiesa della Madonna a pianta ottagonale che si incontra subito all'entrata nella parte inferiore delle mura. Nella parte superiore vi � il monastero vero e proprio, con altre due chiese tra cui quella di Santa Croce, che su fondamenta e presistenze probabilmente altomedievali ha subito trasfromazioni prima nel XV e poi nel XVII secolo.
Oscar Testoni
21/07/2002
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Fonti:
- visione diretta dei luoghi
- L'Italia in automobile. Dolomiti. Itinerari turistici, TCI, Milano 1969
- Guide della Montagna. Dolomiti, Ist. Geog. De Agostini, Novara 1991
- Daniele Lorenzi, I castelli del Trentino e Alto Adige, Edizioni Kina, data sconosciuta.
- Flavio Conti, Abbazie, monasteri, eremi, De Agostini, Novara 1998
- Nuova Guida Rapida - Italia Settentrionale - II parte, TCI, Milano, 1973.
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