Non che mi senta di consigliarlo: qualche passaggio in cui occorre appoggiare le mani sia in salita che in discesa c'è e con un bimbo sulle spalle non è la stessa cosa che con un semplice zaino pieno di oggetti inanimati. Semplicemente l'ho fatto con mia figlia nello zaino e ora lo racconto.

E' il 6 luglio dell'estate 2004, il giorno dopo la salita allo Scoiattoli (dobbiamo recuperare il tempo [= cronos] perduto a causa della VI malattia) e il tempo (= meteorologico) inizialmente sembra bello.
Cerchiamo il ponte di Rucurto (1708 m), un punto della strada statale 638 che dalla statale 48 Cortina-Falzarego poco sopra Pocol sale al Passo Giau, e dopo alcuni tentativi di parcheggiare l'automobile, partiamo a piedi sul sentiero 437 in direzione Est, ovvero verso il Rif. Croda da Lago G. Palmieri e il Lago de Federa,
mentre lo stesso sentiero in direzione ovest porta al Rifugio Cinque Torri. Da quando è nata la piccola i nostri tragitti sono sempre studiati per il maggior risultato con il minor dislivello e la garanzia di un rifugio come punto di appoggio. Si incomincia in leggera discesa, superiamo su due ponticelli il rio Costeana e il Ru dei Loschi, poi si sale fino ad incontrare
la profonda gola scavata dal Ru Formin: lì lo sguardo correrebbe su la Tofana di Rozes e quella di Mezzo se le nuvole non incominciassero a salire e a incappucciarle come cuffie di lana bianca. Una pianta di fiori viola ha preso un abete come sostegno e dai rami di questo pendono queste campane e paiono essere sue. Superiamo il Ru Formin e la sua gola con un ponte di legno e continuiamo a salire fino al cason di Formin
(1845 m) dove si lascia il sentiero 437 per prendere a destra e verso monte il sentiero 434 (non il sentiero 435 che sale lungo la Val de Formin e il sentiero 434 va preso verso monte perché verso valle conduce al P.te Peziè de Parù) e si continua a salire, aprendosi a poco a poco la visuale sul Nuvolao, l'Averau, il Rifugio Scoiattoli, le Cinque Torri, il Lagazuoi. Purtroppo il cielo in quella direzione è diventato grigio e la giornata non sembra più azzura come prima.
Arrivati alla quota massima di 2090 m scendiamo leggermente lungo la Val Negra fino al Lago Federa o da Lago e al Rifugio Croda da Lago G.Palmieri che sorge sulla sua riva orientale-meridionale, sotto alla Cima Bassa Da Lago e con sullo sfondo a meridione il Beco de Mezodì. Entriamo nel rifugio e mangiamo. Quando è il momento di tornare il tempo non sembra proprio promettere bene e così siamo indecisi se
scendere rischiando la pioggia su un sentiero che nella parte centrale ha alcuni tratti un po' scoscesi e in cui è necessario appoggiare le mani o attendere al rifugio la pioggia e ripartire una volta tornato il sereno. Scegliamo di partire e la pioggia ci coglie a meno di metà del cammino del ritorno. Ci fermiamo a valutare se conviene tornare al rifugio o puntare dritto a Ponte Rucurto e all'automobile. Attendiamo un po' per capire l'evoluzione del tempo poi decidiamo di procedere per la statale. Purtroppo successivamente incominciano a cadere anche le saette, non vicinissime, ma nenache lontane. Per fortuna la nostra creatura dorme dentro lo zaino ben protetta dalla pioggia e non si accorge di niente. Arriviamo un po' bagnati, ma non fulminati: si sveglia nel passaggio dallo zaino al seggiolino dell'auto. La pioggia si fa più intensa e poi cessa. A sera torna azzurro.
Oscar Testoni
9 agosto 2005
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